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Michelino da Besozzo.

Pseudonimo di Michelino de Mulinari. Pittore e miniatore italiano. Difficile è ricostruire la personalità artistica di questo pittore, a causa delle scarse notizie biografiche giunte fino a noi e per la perdita di numerose sue opere, conoscibili solo da una documentazione indiretta. Molto si deve allo studioso P. Toesca, che all'inizio del Novecento si dedicò alla raccolta sistematica di dati relativi alla pittura e alla miniatura lombarda e in particolare di M. Probabilmente fu attivo a Pavia tra il 1388 e il 1394; a lui si devono il ciclo di affreschi nel chiostro di San Pietro in Ciel d'Oro e il polittico di S. Mustiola, ormai perduti. Dal 1404 fu a Milano, per collaborare alla costruzione del duomo, come documentano gli "Annali della fabbrica del duomo milanese": tra il 1418 e il 1442 attese col figlio Leon alla realizzazione di affreschi, gonfaloni e vetrate. Nel 1410 fece tappa anche a Venezia. Di questa prima fase creativa restano poche testimonianze: le miniature dell'Elogio funebre di Gian Galeazzo Visconti (1403), composto da Pietro da Castelletto, l'affresco con la Crocifissione (risalente forse al 1395), in S. Salvatore sopra Crevenna e l'affresco mutilo con Madonna in trono e Santi, nell'abbazia di Viboldone. Di sicura attribuzione è una tavola della pinacoteca di Siena, Sposalizio mistico di S. Caterina (databile tra il 1418 e il 1430), esemplare per il raffinato cromatismo e l'elegante grafia dei volumi, notevole esempio dello stile gotico internazionale. Ricollegabile a tale fattura sarebbero alcuni affreschi nella sala delle Storie di Esopo e nella Camera del Mare nel Palazzo Borromeo di Milano, lo Sposalizio della Vergine (ora al Metropolitan Museum di New York), e due lunette affrescate nella cappella Thiene in S. Corona a Vicenza. Accanto all'attività pittorica, rimangono testimonianze di quella miniaturista nel Libro d'Ore della biblioteca di Avignone e della biblioteca Bodmeriana a Cologny (Ginevra), un codice con le Epistole di S. Gerolamo (1414), un'iniziale miniata del Victoria and Albert Museum di Londra con Cristo e i Mercanti e i Libri Mastri Borromeo (1445); particolari sono quattro fogli di disegni acquarellati con figure di Apostoli del Louvre. L'arte di M. influenzò la pittura lombarda successiva: ebbe molti seguaci e formò artisti come V. Foppa (notizie dal 1388 al 1450).